Il 16 gennaio 1925, mentre tornavano da scuola, quattro bambini furono investiti e uccisi da un autocarro. Entro il 2019 sarà completato il restauro del monumento di De Cupis a ricordo della tragedia 
  Lungo  via Firenze, a circa tre chilometri da Forlì in direzione di  Castrocaro, all’incrocio con via delle Chiaviche, si trova il monumento  votivo realizzato dell’architetto-scultore Roberto De Cupis. Come  abbiamo ricordato in più occasioni, il 16 gennaio ricorre il triste  anniversario del tragico incidente stradale, uno dei primi, che scosse  profondamente l'opinione pubblica cittadina, poiché vittime furono  quattro bambini al rientro a casa da scuola. Scriveva il giorno  seguente il «Il Popolo di Romagna»: «Un autocarro condotto da Bianchini  Aldo ha investito un gruppo di scolari uccidendone due sul colpo,  Bertini Domenico e Campani Maria, due in ospedale, Bandini Paola  (sorella del celebre Ilario, ndr) e Monti Antonio. Bertini Aldo è  rimasto ferito. Corteo funebre per Forlì fino al cimitero di Villa  Rovere».  Molti furono i forlivesi che sostennero finanziariamente  l’attuazione del monumento. Le cronache dell'epoca diedero ampio spazio  sia alla tragedia sia al monumento in fase di costruzione. Nella sua  realizzazione lo scultore Roberto de Cupis (Roma, 1900 - Forlì, 1975)  s’ispirò «al gioco infantile del girotondo, felicemente ottenuto dalle  quattro croci in cerchio che formano la cappella» al centro della quale è  collocata "La pietà" rappresentata «da una madre che abbraccia e  sostiene il figlio privo di vita. La donna spinge lo sguardo in alto al  cielo per chiedere che le venga data la forza per sopportare quello che è  il più intollerabile dei dolori».  L’opera fu inaugurata il 12  gennaio 1928. Così scriveva quel giorno il quotidiano «Il Popolo di  Romagna»: «Inaugurazione del ricordo Marmoreo dei quattro scolari  investiti e uccisi da un autocarro a San Varano. Costituito un comitato  per creare un'opera d'arte a ricordo con la dedica (che fu incisa alla  base del monumento, ndr): Come fiori recisi dal Destino / il 16 gennaio  1925 / quattro bimbi / uscendo dalla scuola / ebbero spezzata la vita /  da cruento autocarro / La pietà del popolo / sul ciglio lagrimato /  volle questo monumento». Dopo un restauro avvenuto negli anni  Ottanta, “La Pietà” di De Cupis fu abbandonata al suo destino. Oggi, a  distanza di cinque anni dall’allarme lanciato per il degrado dell’opera  da Marco Viroli e Gabriele Zelli, i lavori di restauro (in questo  momento fermi a causa delle basse temperature invernali) sono a buon  punto. La squadra di restauratori guidata da Andrea Giunchi, in accordo  con Il Comune di Forlì e la Soprintendenza di Ravenna, ha pressoché  completato il recupero del tempietto che al suo interno contiene “La  pietà”. Abbiamo intervistato Andrea Giunchi, titolare della Ditta  "Giunchi Andrea Laboratorio di Restauro di Cesena" che ci ha fatto il  preciso punto dello stato di avanzamento dei lavori: «Con la  rimozione dei muschi e dei depositi che vi si erano formati nel tempo,  la parte sommitale del tempietto è stata terminata. Poiché il tempietto  fu interamente costruito in cemento armato i cui ferri ossidati hanno  fatto saltare alcune parti della struttura, è stato portato a termine  l’intervento di ripristino di tutte le porzioni che si erano distaccate.  Nel restauro siamo obbligati a utilizzare materiali che possano essere  assolutamente reversibili, nel senso che se un domani fosse necessario  un nuovo intervento, quelle parti possano essere facilmente rimosse.  Normalmente De Cupis lavorava su materiale povero, come il cemento, per  poi nobilitarlo attraverso la finitura. Con la Soprintendenza abbiamo  definito tutti i livelli di finitura che dovremo mettere in atto sulle  figure della “Pietà”, anch’essa realizzata in materiale cementizio e  ottenuta tramite stampo. Abbiamo trovato lacerti di finitura color  bronzo che creava l’illusione che la statua fosse stata realizzata in  quel metallo. Purtroppo gli agenti atmosferici e lo scorrere del tempo  hanno fatto sì che l’opera si deteriorasse inesorabilmente.  Anche il  tempietto molto probabilmente era colorato perché De Cupis non lasciava  mai nulla senza rifinitura. Con ogni probabilità alla struttura era  stata data una colorazione grigiastro - giallognola. L’accostamento tra  questi colori e il bronzo è, infatti, riscontrabile in altre opere di De  Cupis presenti al Cimitero Monumentale di Forlì. Non essendoci prove  certe di questo, la Soprintendenza non ha permesso la colorazione del  tempietto che sarà lasciato color cemento. Un materiale però molto  particolare quello utilizzato dal De Cupis poiché ottenuto con polvere  grigia, bianca e rossa che servivano a nobilitare il cemento stesso.  Gran  parte degli scalini era andata fuori asse e per questo li abbiamo  smontati e rimontati costruendo prima una base di sostegno. La parte  sommitale del tempietto è stata trattata con un protettivo  idrorepellente che farà respirare l’opera e impedirà infiltrazioni  d’acqua. Lo stesso protettivo sarà passato su tutte le altre parti della  struttura. “La Pietà” era mancante della mano sinistra e altre parti  erano distaccate. Quelle ancora disponibili sono state riapplicate. La  mano invece è stata ricostruita in conformità alla documentazione  fotografica in nostro possesso, in cui si vede frontalmente. Per  realizzarla e per ottenere il nulla osta della Soprintendenza abbiamo  fatto un calco di gesso che è stato poi trasformato in un calco  cementizio. Un altro piccolo ritocco di ricostruzione è stato portato a  termine anche sulla punta del naso della madre. Quando le temperature  lo permetteranno, ossia quando torneranno stabili sopra i 10 gradi,  potremmo riprendere l’intervento. Ora anche l’altissima umidità rende  più scura la superficie mentre noi, per agire correttamente, abbiamo  bisogno che la superficie sia ben asciutta. Prevediamo quindi a inizio  primavera di ricominciare i lavori. Si tratterà di un intervento che,  per arrivare a conclusione, richiederà 20/25 giorni lavorativi». Al  momento, mancano ancora poche migliaia di euro per coprire interamente  le spese dei lavori. Il Comitato di Quartiere San Varano, promotore del  restauro con il supporto del Comune di Forlì e della Fondazione Cassa  dei Risparmi di Forlì, fa sapere che è ancora possibile effettuare  donazioni tramite bonifico bancario sul conto corrente del Comitato di  Quartiere San Varano: IBAN: IT 65 E 08542 13201 061000 278772 - BCC -  Filiale di San Varano.  |